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DENTRO IL TOAST! DI OTTOBRE

Di cosa si è parlato questo mese: le nuove campagne di branding di Open AI e Anthropic, di pubblicità su ChatGPT, di Sora e Vibes, di AI slop.

Quello in cui abbiamo apprezzato la saga di Chubby, il gatto arancione fatto con l’AI e quello in cui Gianluca ha ripercorso la strada di un progetto creativo di Hagam, freschissimo di lancio.


TOAST! è un incontro dal vivo che facciamo una volta al mese per parlare di quello che è successo di interessante nel mondo della tecnologia, della cultura, della comunicazione e della pubblicità. È progettato e tenuto dalla nostra collaboratrice Sarah Marseglia, che ogni volta coinvolge anche un membro di Hagam per un intervento di approfondimento.

Ecco di cosa si è parlato questo mese.

Open AI ha lanciato la sua prima campagna di branding per ChatGPT, composta da tre spot pubblicitari di 30 secondi trasmessi in TV, streaming e social media, affiancati da una campagna OOH e collaborazioni con influencer. L’idea è di mostrare spaccati di vita quotidiana che facciano anche da demo di prodotto, mostrando come le persone usano l’assistente AI nella vita di tutti i giorni. Sembra che l’azienda abbia particolarmente sottolineato quanto apporto “umano” ci sia stato nell’elaborazione della campagna: i team creativi si sono certamente fatti assistere da ChatGPT, ma «il processo creativo è intenzionalmente ancorato alla creatività umana», «Girare su pellicola 35mm, utilizzare musiche davvero iconiche e grandi registi: questo rispecchia la tesi della campagna, ovvero che questi sono strumenti per migliorare la creatività umana in modi molto piccoli e quotidiani, ma anche per palcoscenici più grandi», ha detto Kate Rouch, responsabile marketing di OpenAI. Un bel racconto di AdAge.

Qualche giorno prima di Open AI, anche Anthropic ha lanciato la sua prima campagna di branding per il suo chatbot Claude, composta da uno spot trasmesso in TV, streaming TV, annunci su The New York Times e The Wall Street Journal, annunci OOH. Keep Thinking è il titolo, che è anche «una promessa: al settore, che dobbiamo sviluppare l’AI in modo responsabile; a chi risolve i problemi ovunque, che ciò che un tempo sembrava impossibile ora è a portata di mano», «Claude è per coloro che vedono l’AI non come una scorciatoia, ma come un partner di pensiero per affrontare le sfide più significative», ha affermato Andrew Stirk, responsabile marketing di Anthropic. Anche qui, il pezzo di AdAge.

Interessante vedere i diversi storytelling adottati dai marchi che appartengono a un ambito così nuovo. Ci si aspetta sperimentazioni, insomma.

ChatGPT sta cercando un Growth Paid Marketing Platform Engineer per sviluppare strumenti per l’integrazione della sua piattaforma pubblicitaria, la gestione delle campagne e analisi d’impatto. «Secondo alcuni report, OpenAI vuole monetizzare gli utenti gratuiti tramite gli annunci ChatGPT entro il 2026. Sembra che OpenAI stia iniziando a costruire un’infrastruttura per l’acquisto di annunci pubblicitari in modo che i brand possano gestire campagne su ChatGPT. Ciò darebbe agli inserzionisti l’accesso a una nuova piattaforma con una portata enorme (700 milioni di utenti settimanali ad agosto)». Se ne parla su Search Engine Land [via Digital Journalism di Francesco Oggiano]

Open AI ha lanciato Sora, app per iOS che consente di creare e condividere video di 10 secondi generati totalmente da AI, in un feed algoritmico. La settimana prima, Meta ha rilasciato Vibes, un feed nell’app Meta AI, dedicato a soli contenuti sintetici. «Entrambe le aziende scommettono sul fatto che l’interesse del pubblico per i video basati sull’AI non sia solo una breve infatuazione per una novità tecnica, ma l’inizio di un cambiamento radicale nel consumo dei media», si dice su Axios. Dove si mettono anche in fila cinque punti di attrito che le nuove app video basate su AI dovranno affrontare: erosione della verità, violazione del copyright, meme-ification, personalizzazione, intimidazione e umiliazione.

Se non hai mai sentito parlare di AI slop, John Oliver ne ha ragionato per mezz’ora a Last Week Tonight with John Oliver: fa ridere ma anche riflettere.

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