ESSERE IN CONTATTO
3 “tecnologie” per rivendicare il reale
Daniele Cassioli è un atleta paralimpico cieco dalla nascita. Ha chiuso il primo ciclo di Open Toast! parlando della stretta relazione tra disabilità, sport e comunicazione.
3 “tecnologie” che Daniele Cassioli utilizza nelle sue attività di ogni giorno.
Come fai a scrivere una mail? Scrivi con lo smartphone solo se puoi dettare a voce? Come fai a sapere quando sei in prossimità di una boa nello sci nautico? Molto pazientemente, Daniele Cassioli racconta come la tecnologia lo supporti nelle attività quotidiane ma anche – attenzione – che senza la componente umana, mancherà sempre un grosso pezzo.
Lo smartphone
Oggi non è necessario ricorrere a un device progettato apposta per non vedenti o ipovedenti: è possibile utilizzare un qualsiasi smartphone iOS o Android. Entrambi i sistemi operativi ospitano funzionalità accessibili già preinstallate: VoiceOver per iOS e Talk Back per Android. Daniele ha un iPhone comprato in un negozio qualunque, sul quale utilizza VoiceOver per accedere al suo conto in banca, leggere i messaggi su Whatsapp, scrivere una mail o impostare la sveglia. Tutto questo è possibile grazie alle funzionalità preesistenti dello smartphone che si adattano a seconda delle esigenze dell’utilizzatore. Sembrerebbe che l’integrazione passi anche da uno smartphone universale!
Il segnale acustico nello slalom dello sci nautico
Lo slalom è una danza ritmica dietro al motoscafo ed è la prima disciplina alla quale Daniele si è avvicinato nello sci nautico. Consiste nell’aggirare un percorso di 6 boe: com’è possibile ottenere il riferimento delle boe se sei non vedente? C’è un dispositivo che calcola l’angolo della corda che ha in mano lo sciatore, rispetto al piantone (il palo installato sulla barca al quale è collegata la corda). Tramite un segnale acustico, tale dispositivo avverte lo sciatore della prossimità di una boa.
Nel suo libro Il vento contro, pubblicato nel 2018 da DeaPlaneta Libri, Daniele spiega nel dettaglio come funziona il meccanismo che gli permette di aggirare le boe:
«In effetti è un po’ complesso, ma vale la pena descriverlo: la verità è che ci pensano la matematica e l’informatica. La barca da sci nautico è dotata di un piantone che è un vero e proprio palo a cui viene agganciata la corda. Questo piantone ha un sensore che calcola l’ampiezza d’arco che deve compiere lo sciatore per raggiungere ogni boa. Se la corsia ha una larghezza data, e le boe si trovano a distanze fisse, il piantone e la corda diventano rispettivamente il centro e il raggio di una semicirconferenza, e le boe si intersecheranno solo a precisi intervalli simmetrici. Il sensore, applicato alla corda, calcola velocità e ampiezza dell’arco di circonferenza e un segnalatore acustico suona quando lo sciatore raggiunge il punto giusto. Se però è in ritardo, perché la curva prima l’ha fatta troppo ampia e lenta, o è in anticipo, perché ha curvato troppo stretto e presto, è come se avesse saltato le boe e viene eliminato. Dimenticavo: il primo campo va completato obbligatoriamente altrimenti finisce la gara. Non ci sono penalità, se sbagli sei fuori. Poi si comincia ad aumentare la velocità, fino a 58 km/h quasi 32 nodi, E si accorcia ogni giro la corda, da 18 a 16, 14, 13, 12 metri… Il risultato migliore viene registrato. In ogni caso, credo sia chiaro che più si riduce la lunghezza della corda e più la prova si fa difficile, perché bisogna inchinarsi tanto, quasi da toccare l’acqua, un po’ come fanno i piloti di moto GP quando “piegano”.»
La fiducia nell’altro
Daniele ha un rapporto assoluto con la fiducia: si fida “ciecamente per professione” da tutta la sua vita. La paragona a una “tecnologia” vera e propria che va ben oltre le funzionalità di un device. La fiducia è la base di tutto e non bastano tutti i dispositivi del mondo a sostituirla: senza di essa non gli sarebbe possibile vestirsi alla mattina o decidere il momento in cui spiccare un salto nello sci nautico. Fidarsi delle persone implica una certa consapevolezza di sé stessi e delle verità più intime di ognuno: spinge a mettersi in gioco e ad accedere a esperienze straordinarie, entrando in contatto con la parte migliore di sé. Al contempo, fidarsi di una fiducia sincera innesca una spirale positiva in chi ne è investito: responsabilizza le altre persone e le sprona a dare il meglio di sé stesse.
Vivere fidandosi dell’altro significa fare esperienze autentiche alla continua ricerca della realtà e del contatto con essa per «rivendicare il reale e pretendere la realtà», come ha detto Daniele a Open Toast!. Perché in fondo – come gli disse una volta suo papà: «Ricordati Dani, che il mondo – se lo conosci – non ti farà mai paura».
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