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Esco a fare due passi. Anzi centonovantatremila

Via Francisca del Lucomagno: un cammino tutto da fare. Immagina di progettare non solo il tuo cammino, ma di costruirne uno nuovo per te e per altre migliaia di persone, scoprendo che gli itinerari che passano vicino a casa sono legati tra loro da una storia di antichi pellegrini.

Via Francisca del Lucomagno: un cammino tutto da fare


Cosa spinge sempre più persone a fare centinaia di chilometri a piedi e zaino in spalla? C’è chi si mette in viaggio a piedi, chi in bici, chi in solitaria, chi in gruppo e oggi possiamo parlare di svariate motivazioni per mettersi in cammino: devozione, ricerca spirituale, viaggiare in modo sostenibile e alternativo, avere un contatto con la natura, scoprire luoghi nascosti e aprirsi ad una socialità semplice, immediata e forse ad una condivisione un po’ persa. Talvolta la vita porta a rotture impreviste nel percorso apparentemente lineare che i nostri progetti hanno tracciato.

Così almeno è successo a me, e quel giorno ho acquistato delle scarpe per camminare, non per correre o fare salti sportivi. Sentivo che con quelle scarpe avrei fatto tanti chilometri, anche se non sapevo ancora dove. Ispirato da alcuni amici che prima di me avevano intrapreso un cammino di pellegrinaggio, mi sono inoltrato per la Via Francigena e successivamente ho percorso un tratto di Santiago de Compostela.

“Lungo il cammino si incontrano persone. Tante. Pellegrini, viandanti, ricercatori. Ognuno col proprio zaino, la propria storia, un “perché” che li ha spinti a camminare. È probabilmente uno degli aspetti più affascinanti di questo tipo di viaggio, perché in fondo il cammino di uno è il cammino di tutti. Tutti preziosi, alcuni preziosamente curiosi.”

Indubbiamente il fenomeno del movimento lento è in crescita, sono sempre più numerosi coloro che decidono di percorrere cammini sulle tracce di vie millenarie percorse nella storia da milioni di pellegrini. Una tendenza consolidata che viene trainata dal cammino più noto, quello di Santiago de Compostela (che ogni anno conta circa trecentomila passaggi) ma anche dal proliferare di altre esperienze in Italia, su tutte la Via Francigena con i suoi oltre quarantamila passaggi l’anno. È un momento storico in cui si risvegliano e rivitalizzano anche altri itinerari storici come quello di S. Benedetto, la Via degli Abati, la Via degli Dei o ancora il cammino di Francesco.

Che lo si veda come un trend turistico legato a una moda o a leve più profonde, il fenomeno è di grande interesse, non solo per le persone ma anche per i territori, ai quali si apre una possibilità di ritorni di tipo sociale ed economico. Ma perché questi vantaggi potenziali possano concretizzarsi, è fondamentale una progettualità per lo sviluppo della cultura del cammino e dell’accoglienza, di infrastrutture e servizi dedicati e, non da ultimo, di una costante e attenta gestione.

Immaginate ora di progettare non solo il vostro cammino, ma di costruirne uno nuovo, per voi e per altre migliaia di persone, scoprendo che gli itinerari che passano vicino a casa vostra sono legati tra loro da una storia di antichi pellegrini. Proprio questo è il progetto al quale stiamo lavorando dall’autunno del 2018, grazie ad un bando di Regione Lombardia sugli attrattori turistici, che ha premiato la proposta di una decine di aziende (Multimedia news, Hagam, Itineraria, Le parole che servono, EoIpso, FAI – Fondo Ambiente Italiano, Archeologistics, Morandi Tour e Bolognini) per rivitalizzare la Via Francisca del Lucomagno e che ha incontrato l’adesione di oltre 49 Enti tra Comuni, Province, Parchi territoriali e realtà associative.

La Via Francisca del Lucomagno è un antico tracciato romano-longobardo che si sviluppa da Costanza a Pavia ed è lunga complessivamente 510 km. Gran parte della Via corre su sentieri o piste ciclopedonali. Il percorso parte dalla Germania e si sviluppa lungo i cantoni San Gallo, Grigioni e Ticino prima di entrare in Italia a Laveno Ponte Tresa. La città di Pavia rappresenta un passaggio strategico come nuovo punto di partenza per arrivare a Roma attraverso la Via Francigena.

Il tratto italiano della Via Francisca è lungo 135 km, svela un territorio ricco sotto ogni punto di vista e consente di scoprire importanti siti artistico-religiosi e paesaggistici: si incontrano due beni Unesco, come le Cappelle del Sacro Monte di Varese e il Monastero di Torba, l’Abbazia di Morimondo, si attraversano parchi naturali come quello dell’Argentera, del Ticino o dell’Alto Milanese, fino a pregevoli ville d’epoca come Villa Recalcati a Varese o Villa Annoni a Cuggiono.

Il progetto è pensato come una vera startup, perché un cammino non dev’essere solo tracciato su una mappa ma segnalato passo dopo passo, essere ricco di strutture ricettive economiche e di comunità locali capaci di accoglienza e, grazie a questo, percorso dalle persone. La sfida comunicativa è quella di intercettare e proporre a pubblici diversi la Via Francigena come itinerario dalle mille valenze, attraverso l’utilizzo strategico dei canali digital proprietari (sito ufficiale, social network etc.) e il coinvolgimento decisivo delle realtà partner. I social network sono parte fondamentale della strategia perché capaci di evocare attraverso immagini, storie di viaggiatori, eventi tutte le esperienze possibili sulla Via Francisca. attraverso le immagini sono capaci di evocare le storie e le esperienze dei singoli viaggiatori della Via Francisca. A pochi mesi dall’avvio di questa attività, quasi duemila persone seguono le pagine social della Via Francisca con un’interazione costante per chiedere informazioni, segnalare punti di interesse e soprattutto condividere le prime esperienze lungo il cammino.

Certo, leggere un post di Facebook o un libro sul tema del cammino può essere solo un’ispirazione o suggerire alcuni consigli. L’augurio è che sempre più persone, almeno una volta nella vita, quale che sia la motivazione o la via scelta, possano sperimentare quella speciale frequenza energetica propria di ogni cammino: il ritmo costante dei passi per più ore al giorno, i suoni della natura, il battito cardiaco. Tutti elementi che aprono a una dimensione dilatata del tempo e consentono di osservare paesaggi, borghi e luoghi interiori con un’attenzione ai dettagli e una percezione allargata. E in questa frequenza è più facile stupirsi di bellezze inaspettate.

Dunque: buon cammino!

PS: Se vi state chiedendo il perché dei 193.000 passi nel titolo, la formula è questa: il tratto italiano della Via Francisca a cui stiamo lavorando è di 135 km; 10.000 passi sono 7 km. Quindi 10.000/7*135 (il risultato è approssimato per eccesso).

Giuseppe Sangiorgio (direttore creativo di Hagam)


Via Francisca del Lucomagno
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